Proprio come te, di Nick Hornby
recensioni

Proprio come te, di Nick Hornby

Non il miglior libro di Hornby che abbia letto, ma comunque Hornby.

Potrebbe la passione che nutro per il leggendario autore inglese, faro della mia gioventù a cui devo la fissazione di fare la classifica dei cinque – il riferimento è ovviamente ad Alta Fedeltà -, ottenebrare la mia lucidità di giudizio? In generale sì, ma non qui.

Mi sento infatti tranquilla nel dire che in Proprio come te, in libreria per Guanda, Nick Hornby abbia fatto un buon lavoro almeno su due fronti, ovvero nello smontare gli stereotipi giocando sui cliché e nel prendersi gioco – ma con grande serietà – del contesto politico di riferimento, che è quello della Brexit. Fuori concorso perché in questo si sa, è un campione, ci sono i dialoghi veloci e taglienti che inebetiscono bonariamente i lettori, e che sono da sempre e per sempre il suo punto forte.

Proprio come te

Londra. Lucy è sulla quarantina, è separata, ha due figli e fa con convinzione l’insegnante. La sua appartenenza alla media borghesia le consente di comprare regolarmente la carne nella rinomata macelleria dove lavora Joseph, che di anni ne ha ventidue e che contrasta la preoccupazione verso il futuro con la certezza di sapersi prendere cura delle persone alle quali vuole bene.

Detta in sintesi: Joseph fa da babysitter ai figli di Lucy quando lei, che dalla separazione è uscita ammaccata, esce per appuntamenti che di solito vanno male o malissimo, ed è così che inizia la loro storia.

Una storia che sulla carta non ha grandi possibilità di riuscita, ma io mi chiedo: chi ha scritto quella carta? Intendo dire, datemi un razionale del motivo per cui certe relazioni non possano funzionare. Sì, lo so, a guardare da fuori Lucy e Joseph che vengono da ambienti diversi, che sono divisi da una generazione e che devono anche far fronte a una questione sociale non irrilevante nemmeno nella moderna Londra perché lei è bianca e lui è nero, non si sarebbe tentati di puntare sulla loro relazione. Però. Però il contesto qui fa la differenza, ed è a tutti gli effetti un personaggio del libro non solo nel suo ruolo di sfondo – per quanto significativo e determinante visto che la vicenda è ambientata nelle settimane che precedono il referendum sulla Brexit, con tutte le incertezze o le convinzioni granitiche del caso -, ma proprio quale elemento caratterizzante della relazione. Perché se è vero che ognuno di noi ha delle caratteristiche, è anche vero che il come e dove queste prendono forma, sia determinante.

Il mio invito è davvero quello di mettersi comodi, e di andare a scoprire quali strategie attueranno queste due persone per entrare in relazione, e quali quelle che sceglieranno per giustificare alcune decisioni e delegittimarne altre.

Hornby, Nick, Proprio come te, Guanda, 2020, traduzione di Elettra Caporello, pp. 368, euro 18,00

Nick Hornby, autore inglese, è considerato una delle voci più originali tra gli autori contemporanei, con i suoi romanzi in cui descrive brillantemente vizi e virtù della sua generazione. Esordisce in letteratura nel 1992 con Febbre a 90°, che racconta la passione dell’autore per il calcio, in particolare per la squadra dell’Arsenal, diventato poi film nel 1997 con Colin Firth. I suoi libri sono pubblicati in Italia da Guanda; tra questi ricordiamo: Febbre a 90’ (1997), Alta fedeltà (2015), Una vita da lettore (2018), Tutto per una ragazza, Sono tutte storie (2013). Sempre da Guanda sono usciti tre volumi da lui curati: i racconti di Le parole per dirlo, la raccolta di scritti sulla musica Rock, pop, jazz & altro e la raccolta di scritti sul calcio Il mio anno preferito, oltre allo script cinematografico An Education. Nick Hornby collabora anche a varie testate, fra cui «Internazionale».

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