Il francese, di Massimo Carlotto
Noir Side,  recensioni

Il Francese, di Massimo Carlotto

Il Francese, di Massimo Carlotto

Il Francese è un protettore che gestisce una maison di dodici escort d’alto bordo, e nonostante il soprannome rimandi a un paese d’oltralpe il macrò, al secolo Toni Zanchetta, è nato nel Nordest ed è li che ha avviato la sua attività.

La maison ha regole ben precise e non derogabili: le ragazze hanno diritto al cinquanta percento del guadagno di ogni prestazione, ma devono tenersi alla larga da droghe e da ambienti ambigui che possano svalutare l’esclusività del giro. Hanno inoltre la possibilità di affrancarsi in qualunque momento in cambio, ça va sans dire, della corresponsione di una cospicua penale che verosimilmente non saranno mai in grado di pagare.

Finché tutte rispettano le regole non hanno alcunché da temere dal Francese che, anzi, nei confronti delle sue protette assume un ruolo quasi paternalistico e si spreca in consigli e suggerimenti. La maison sembra una bolla nella quale tutto si svolge con ordine e misuratezza e dalla quale si può uscire senza contraccolpi che non siano quelli economici, e in qualche modo le demoiselles si sentono privilegiate rispetto alle loro colleghe che stanno in strada o nei tuguri, sottoposte a ogni tipo di violenza fisica e psicologica non solo da parte dei clienti, ma prima di tutto da parte dei protettori.

Il Francese

Il Francese sa bene a che trattamento sono sottoposte le donne fuori da lì, perché è sulla strada che ha imparato il mestiere, e sceglie consapevolmente di agire in modo diverso non tanto per tutelare le sue ragazze, ma perché intende raggiungere i giri esclusivi, quelli dove viaggiano i soldi veri.

È molto attento alle ragazze, cerca di occuparsi di ognuna nel migliore dei modi e lo fa anche con Serena, in arte Claire, che accompagna personalmente a un incontro con un cliente in un albergo; la lascia all’ingresso del viale d’accesso, la saluta per correre a un altro appuntamento e non sa che sarà l’ultimo a vederla prima che scompaia nel nulla.

La scomparsa di una giovane che formalmente si dichiara studentessa universitaria ma che in realtà si prostituisce fa rumore, e il Francese, sapientemente ripreso dalle telecamere dell’albergo, finisce di diritto in cima alla lista degli indagati. A occuparsi del caso è il commissario Franca Ardizzone, che conosce bene l’ambiente in cui si muove il protettore e che lo vuole incastrare a tutti i costi perché l’uomo dal suo punto di vista potrebbe essere responsabile o meno di questa sparizione, ma certamente lo è per lo sfruttamento delle donne che fanno parte della sua scuderia e di tutte quelle che negli anni deve aver sottomesso, e merita di pagare per questo.

In un attimo, da uomo che condanna le donne a una forma di schiavitù seppur apparentemente dorata, il Francese diventa condannato, e come accade per le sue ragazze la via d’uscita sembra non esserci se non in cambio di un prezzo molto alto da pagare.

L’aspetto centrale del libro, e a mio parere anche il più affascinante e ricco di spunti di riflessione è proprio questo: il macrò è da condannare, indipendentemente dalle sue responsabilità nel caso di Serena? Sì, almeno da un punto di vista emotivo, per tutta la documentata violenza di cui si è reso protagonista.

Eppure a me è accaduto di provare empatia per questo personaggio che viene letteralmente perseguitato dal commissario Ardizzone, e mi è venuto spontaneo provare a guardare le ragioni che lo muovono. Questa oscillazione è naturalmente merito dell’autore, che riesce a rovesciare continuamente la prospettiva per consentire di osservare la storia da tutte le angolazioni possibili: il Francese è il condannante e il condannato, e possiamo coglierlo in tutte le sue dimensioni. Non è scontato.

La trama tesissima che mette al centro un personaggio scomodo, il racconto di parte di una società omertosa e giudicante, l’opinione pubblica come giudice supremo, la fotografia di cosa sia la vendita dei corpi, l’intelligenza di non dare giudizi, il ruolo del caso: Il Francese per me è tutto questo, ed è uno dei lavori di Massimo Carlotto che ho più apprezzato negli ultimi anni – e l’asticella di partenza era già molto alta, eh -.

Carlotto, Massimo, Il Francese, Giallo Mondadori, 2022, pp. 216, euro 17,00

Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956. Scoperto dalla scrittrice e critica Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco, pubblicato dalle Edizioni E/O e vincitore del Premio del Giovedì 1996.
È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicistiIl Francese segna il suo debutto nel Giallo Mondadori.

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