Vatican tabloid, di Pietro Caliceti
Noir Side,  recensioni

Vatican Tabloid, di Pietro Caliceti

Vatican Tabloid, di Pietro Caliceti

Emanuela Orlandi il 22 giugno del 1983 esce dalla casa dove abita con la famiglia, in Vaticano, per andare a lezione di musica in una scuola in piazza Sant’Apolinnare. Da lì esce un po’ prima rispetto al solito orario, parla al telefono con la sorella e le racconta di aver ricevuto una proposta per volantinare per Avon Cosmetics, si ricongiunge con le sue compagne di corso e va alla fermata dell’autobus numero 70. Dopodiché scompare.

Questa pare essere l’unica verità storica attinente a quello che da quarant’anni è conosciuto come il caso Orlandi; tutto quello che accade da lì in poi è invece soggetto a interpretazioni, ipotesi e depistaggi che si avvitano su luoghi e persone che forse sono colpevoli o forse innocenti, ma che in ogni caso entrano a pieno titolo in questa storia che ancora oggi scuote vertici ecclesiastici e politici, e che ha una presa molto forte sull’opinione pubblica grazie alla sollecitazione che arriva da libri, podcast, programmi di approfondimento.

Nietzsche sosteneva che “Non esistono fatti, solo interpretazioni”, e pare che per quanto riguarda Emanuela Orlandi sia proprio così, vista l’impossibilità di applicare metodi deduttivi o induttivi efficaci che rispondano a volontà non in competizione tra loro. A questa storia manca un finale che consenta di ripercorrere la storia a ritroso per comprenderne la genesi, ma ci sono per contro molti strumenti che aiutano a capire le circostanze nelle quali si sono svolti i fatti, e la letteratura è uno di questi.

Pietro Caliceti in Vatican Tabloid, in libreria per Baldini+Castoldi, svolge un’operazione importante di ricostruzione del contesto in cui si colloca la scomparsa della giovane cittadina vaticana, e lo fa con un’intuizione narrativa a mio parere ottima, partendo dal futuro.

Vatican Tabloid

Secondo atto di una trilogia, Vatican Tabloid è a tutti gli effetti un romanzo e quindi un’opera di fantasia, che però aggrega molte vicende e molte dichiarazioni vere e documentate legate al caso Orlandi. Inizia col ritrovamento di ossa umane nel giardino di Villa Giorgina, sede della Nunziatura apostolica in Italia, e col dubbio che quelle ossa potessero appartenere proprio a Emanuela o a Mirella Gregori, un’altra giovane ragazza romana scomparsa nel 1983. A indagare c’è una squadra di polizia capitanata dalla dottoressa Zacchi alla quale si deve un minuzioso percorso di ricostruzione a ritroso dei fatti – e diventa lo strumento che il lettore ha per orientarsi nel dedalo di informazioni e depistaggi che durano da quarant’anni -, ma nel frattempo Roma si sta preparando al Giubileo, e sul soglio pontificio siede il successore di Bergoglio che deve fare i conti con una politica cattolica forse troppo permissiva, con i fedeli che pare non giungeranno come previsto in massa nella capitale, con le relazioni in bilico con l’Ordine di Malta e con una minaccia che potrebbe minare la sua stessa vita, minaccia sulla quale indaga il controverso Ben Keller che è a capo dell’Entità, il servizio segreto vaticano, ma allo stesso tempo anche padre Alessio Macchia, vero fautore dell’elezione del Papa, viene chiesto di condurre un’indagine parallela.

Una storia che inizia nel futuro, si diceva in apertura, ma che affonda inevitabilmente le proprie radici nel passato e scava nelle pagine meno purpuree del Vaticano lanciando uno sguardo anche oltre oceano. Sono almeno tre i filoni narrativi in questo romanzo, e tutti e tre concorrono a creare il quadro di una vicenda che ancora una volta ha un inizio ma non una fine, almeno non una che sia universalmente valida e riconosciuta e che, come nella miglior tradizione della letteratura di genere, lascia aperti molti dubbi e l’illusione del tutto irrazionale ma profondamente comprensibile che alla fine si possa scoprire cosa è successo a Emanuela Orlandi, rimasta per tutti una ragazza di quindici anni che in un giorno d’estate è uscita di casa senza più fare ritorno.

È certamente la vicenda Orlandi a fare da traino a questo romanzo, la voglia di sapere di più e di capire di più, di guardare oltre quello che si conosce per scoprire se la letteratura può svelare nuovi misteri. Ma i fatti non bastano, è l’abilità di chi scrive a rendere una storia una buona storia e nel magma di produzione di testi che riportano ai più noti casi di cronaca, riconosco a Pietro Caliceti il valore di aver lavorato con grande onestà sulle fonti e di aver costruito un’architettura titanica che contiene molto bene i diversi filoni narrativi; l’impressione è che nulla sia stato lasciato indietro e che tutto trovi un preciso ordine in questo libro che proprio perché è un romanzo può raccontare molte verità.

Caliceti, Pietro, Vatican tabloid, Baldini + Castoldi, 2023, pp. 528, euro 22

Pietro Caliceti è un avvocato specializzato in materie finanziarie e societarie. Ha esordito nella narrativa con L’Ultimo Cliente (Baldini & Castoldi, 2016), un romanzo che ha subito avuto un ottimo successo di pubblico e di critica, cui ha fatto seguito BitGlobal (Baldini&Castoldi, 2017), il primo romanzo al mondo incentrato su bitcoin.
Le sue opere sono state salutate come “una nuova narrativa della finanza, che ne sfrutta il lessico e disegna i cattivi contemporanei” (Tuttolibri) ed accostate, oltre che ai romanzi di maestri del legal thriller come John Grisham, a film come La Grande Scommessa e serie televisive come Billions (TuStyle).

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